Una spinta inflazionistica ancora limitata, seppure crescente nel corso dei mesi, sta zavorrando le vendite della grande distribuzione e del retail nel suo complesso. A tutto settembre, i volumi sono calati del 7%, a 5,6 milioni di ettolitri, per valori in ribasso del 3,5%, a 2 miliardi tondi. Prezzi medi sul cumulato da inizio anno a +4% (3,61 euro/litro per il totale vino e spumante), ma con tendenza a rimanere attorno a +7% sia nel secondo che nel terzo quarto, a fronte di diminuzione del 2,5% fino a marzo.
Tra le varie categorie di negozi, le maggiori sofferenze si hanno alla base della piramide, quindi discount (-7% generale, ma con speculari aumenti della componente bollicine) e liberi servizi, anch’essi a -7%. Iper e super stanno pochi decimali sotto il 7% di erosione, con sia vini fermi che spumanti in sofferenza.
In fatto di prezzi, i discount mostrano la spinta inflazionistica più robusta, attorno a +7% (di cui +6,4% i vini fermi), doppia rispetto alla media retail, mentre i listini più tiepidi si trovano negli iper, a +1,8%, contro +3,2% dei super e +2,6% dei liberi servizi.
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La lettura da dare dei segni meno sul settore spumante è di tenore diverso, essendo i dati da confrontarsi con un 2021 che era stato straordinario sul fronte delle vendite di bollicine in grande distribuzione: da gennaio a settembre il saldo volumico fu di +24% e sopra +27% per quanto riguarda i valori, con picchi straordinari soprattutto per l’area metodo classico (+40%), con il Franciacorta a +43% e il Trento Doc a +27% volume, mentre il Prosecco aveva veleggiato intorno a +30%.
Nel 2022 si scende quindi a -2% a volume (650.000 ettolitri circa, da parametrarsi al mezzo milione medio del 2019-2020), con picchi negli iper (-6%) e super (-4%), mentre restano in positivo i volumi venduti presso i discount (+7%), trainati dalla categoria Charmat non Prosecco (+19% volumico) e nonostante aumenti del prezzo medio di gran lunga superiori a quelli fatti segnare dagli altri canali (+5% contro media generale del 2%) .
A fronte di queste dinamiche di rimbalzo del 2021 sull’anno Covid, nel 2022 le vendite totali di Prosecco risultano in calo (-8,5%, anche qui con picchi negativi nei super e iper e aumenti sul discount) e quelle degli spumanti dolci (-9,5%), a cui si associa la performance negativa dei metodo classico, sotto del 10%. Sempre positivi invece gli Charmat secchi, non solo nei discount, ma anche presso iper e super (+10%) e liberi servizi (+4%): la categoria – che già aveva avuto incrementi del 20% nel 2021 - a oggi risulta ulteriormente premiata per aver tenuto i prezzi fermi rispetto al 2021 (4,50 euro/litro), contro +7% per il Prosecco e +2% del totale spumanti Italia, portando a casa aumenti valoriali del 12%, contro media del comparto bollicine di -0,4%, con -10% per i metodo classico e -2% per il Prosecco.
Metodo classico in rientro nei nove mesi dalle cifre esorbitanti del 2021, anche se i volumi e valori restano ampiamente superiori sia al 2020 che al 2019 (3,4 milioni di litri contro media di 2,7 del biennio). Aumenti di prezzo limitati a +1% circa per il Franciacorta (escluso discount) e +2% per il Trento, considerando che il Prosecco – che ha visto aumentare i listini anche del 9% su alcuni canali – registra diminuzioni di consumo meno accentuate.
A livello di pesi percentuali, se il Prosecco resta primattore delle vendite con una quota di circa il 50% sul totale, l’unico canale in cui il peso scende (37% per la precisione) è il discount, dove metà dei volumi commercializzati sono fatti di altre bollicine Charmat secche. Di converso, il metodo classico vede un peso maggiore sulle vendite online (11%) e il minimo nel canale discount, al 2%, contro una media negli altri segmenti del 6%.
Sono i super il canale che veicola il maggior volume di spumante (37% di quota, 20 milioni di litri circa), seguiti dagli iper (30%) e dai discount (1/4 del totale). Chiudono liberi servizi (6%) e l’e-commerce al 2%, quota che a valore resta la stessa, nonostante il peso più sostenuto di etichette di maggior prestigio, come i metodo classico. Scende di 10 punti (al 15%) l’incidenza dei discount, mentre il ruolo dei super è ancora più trainante, con il 42% sul totale (183 milioni di euro), seguiti dagli iper al 31% (2 punti in più rispetto alla share volume).
A livello generale, sempre in termini volumici, la categoria spumante detiene il peso maggiore sul totale vendite di vino nel canale e-commerce (19%), quasi il doppio rispetto ai discount e più del doppio dei liberi servizi, all’8%. Robuste le vendite negli iper (16% sul totale del canale), di fatto il secondo con l’incidenza maggiore dei volumi, contro il 12% dei super, allineati alla media generale retail.
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Venendo ai vini fermi, saldo generale volume a -7,5%, per 1,6 miliardi di euro (-4%): picchi negativi a volume per i rossi (-9%), mentre i bianchi si fermano a -6%.
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I più colpiti dalle riduzioni di consumo risultano i vini a denominazione, che chiudono i primi nove mesi a -9%, contro -8% per gli Igt e -6% dei vini comuni.
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In calo anche la nicchia dei i vini biologici (1% del volume totale), non solo in termini di bottiglie consumate (-2%, di cui -10% per i bianchi), ma soprattutto di valore generato (-6%), nonostante una limatura dei listini del 4% (5,19 euro al litro).
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Sui formati, i cali generalizzati sono spalmati equamente su tutte le tipologie di grande volume, con differenziali sui decimali: vetro 0,75 a -7,6% e brik a -7%, con punte di -10% a discount, mentre i vetri in formati diversi dalla bottiglia standard risultano quelli con i maggiori impatti a volume: -13%, a cui si associa un -8% sulla colonna dei fatturati. Prezzi medi in aumento significativo proprio per questa categoria (+5%) e per i brik, saliti del 6,4% a 1,45 euro al litro, con punte del 9% al discount.
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I più colpiti dalle riduzioni di consumo risultano i vini Dop, che chiudono i primi nove mesi a -8,7% (-5,3% in valore e -11,5% i rossi), contro il -8,1% per gli Igt, mentre i vini comuni chiudono il saldo a -6%. Pochissime le denominazioni a luce verde tra le vendite a volume, non a caso quelle che hanno mantenuto sostanzialmente invariati – o addirittura diminuiti - i propri listini (Castelli Romani, Oltrepò Pavese Barbera, Nobile di Montepulciano, Vermentino di Sardegna). Cali oltre la media invece sui volumi di vendita per alcune tra le più importanti denominazioni italiane, come il Prosecco (-8,5%) gli spumanti Metodo classico (-10,4%), il Chianti Docg (-11,5%) il Montepulciano d’Abruzzo (-9,7%), la Barbera (-15,9) e i Lambruschi. Tra le Indicazioni geografiche tipiche, riduzioni significative anche per Puglia Igt, Terre Siciliane, Lambrusco Emilia, Rubicone Trebbiano.
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La spinta alla crescita sul canale e-commerce sembra per ora essersi arrestata: a settembre venduti 5,4 milioni di litri (-15%), per un controvalore in calo del 23% a 34,6 milioni di euro. Calano sia i vini fermi (-16%), che gli spumanti (-11%), con il fattore prezzi in controtendenza marcata rispetto al resto del retail: -9% nel cumulato a settembre, di cui -10% per i vini fermi. A livello prezzi crescono solo i Prosecchi (+5%) e il Franciacorta (+3%), oltre allo Champagne (+5%), mentre l’unica bollicina in salute sul totale spumanti è il Trento Doc (+6,6), con stabilità della famiglia degli Charmat secchi. Vini fermi a -16% volume, con estremi negativi per i rossi (-19%).
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