Export Italia - Gennaio-settembre 2024

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Dati generali

Report redatto da Carlo Flamini, responsabile dell'Osservatorio del Vino UIV  

I dati completi sono disponibili in database

 

L’export italiano di vino a settembre mantiene una discreta crescita, con il totale volume a +3.2% (16 milioni di ettolitri) e un valore di poco inferiore ai 6 miliardi di euro (+5.6%). Alcuni fattori vanno però guardati con maggiore attenzione, soprattutto perché il nostro Paese sta vendendo i volumi della vendemmia 2023 (38 milioni di ettolitri, una delle più scarse del dopoguerra), e quindi l’esigenza sarebbe quella di aumentare i prezzi medi per garantire un minimo di margine.

Le colonne dei prezzi medi a oggi indicano +2.4% totale, a cui sta contribuendo una sola categoria di prodotto, lo sfuso (+14%), mentre i vini fermi confezionati risultano stabili (+0.8%) e gli spumanti e frizzanti addirittura in contrazione (rispettivamente -3.1% e -2.3%).

Fattore da tenere in considerazione sono ovviamente i mercati: oggi sono un paio di destinazioni a tenere a galla le nostre vendite dal punto di vista valoriale. Da una parte gli Stati Uniti, che favoriti dal cambio hanno acquistato prodotto per 1.4 miliardi di euro, ovvero il 23% del totale fatturato Italia, +9%) e dall’altra la Germania, che sul segmento sfuso (peso del 63% sul totale) sta acquistando prodotto in media più caro del 20% rispetto al settembre 2023. Tolti questi due Paesi, la crescita valoriale italiana perde 1.2 punti percentuali (da +5.6% a +4.4%) e i prezzi planano a zero.

Ulteriore fattore da tenere in debito conto è la composizione delle vendite: l’Italia ormai è a tutti gli effetti uno Sparkling Wine Country. Le bollicine sono un primattore nel mix italiano: a volume, i poco meno di 4 milioni di ettolitri venduti nel mondo rappresentano un quarto del totale, e per la prima volta questa quota supera non solo i bianchi, ma anche i rossi fermi in bottiglia, laureando di fatto la spumantistica come primo prodotto esportato in assoluto. Lo spumante è ormai primo prodotto venduto in numerosi Paesi, non solo più UK, ma anche Francia, Polonia e Repubblica Ceca, Spagna, Russia. In Usa, il sorpasso sui bianchi sarà cosa fatta per fine anno.

Tolto lo spumante dai conti nazionali, l’export si sgonfia del tutto in volume e scende a +4.2% a valore contro +5.6%. La cosa più straordinaria (e per certi versi preoccupante se la si guarda a rovescio) è che se dici spumante, non puoi che fare il nome di “Prosecco”. Non solo perché vale il 75% del totale spumante, ma anche perché il miliardo e 300 milioni di euro generato da gennaio a settembre viene da un fazzoletto di terra: 40.000 ettari circa sommando le tre denominazioni, ovvero il 6% del totale a vigna nazionale. Che in termini di valore, però, rivendica il 22% dei 6 miliardi di export targato Italia. Togli Prosecco, insomma, e si ridimensiona non solo la favola dello Sparkling Wine Country, ma tutta l’Italia vitivinicola.

 

 

Andamenti per trimestre e mese

Spumanti

Frizzanti

Vini fermi confezionati

Vini sfusi

Vini BiB