Nel 2022 il vigneto biologico in Italia ha superato quota 133.000 ettari, con una crescita rispetto al 2021 del 6% e un'incidenza sul totale a vite nazionale che sfiora il 20% (19.6%).
Dei 133.140 ettari censiti dal Sinab, il biologico in produzione detiene una quota del 76.5% (102.000 ettari, stabili rispetto al 2021), mentre in grande crescita è la parte del vigneto in conversione, 31.272 ettari, +30% sul 2021 e una quota del 24% sul totale.
Il vigneto biologico regionale più esteso resta quello siciliano ( 37.650 ettari, in crescita del 20%), seguito dalla Toscana (che però cala del 9%, poco sopra quota 22.800 ettari) e dalla Puglia, in aumento del 6% (19.400). Crescono anche Veneto (+1%, a quota 9.700 ettari) e Marche (+5%, a ridosso di quota 5.900), mentre la crescita maggiore tra le big dopo la Sicilia è stata messa a segno dall'Emilia Romagna (+13%, a 6.650 ettari). Buono il bilancio annuo per l'Abruzzo, avviato verso quota 6.000 ettari (+8%).
Tre le regioni che segnano invece riduzioni: Piemonte (-1%), Calabria (-5%) e Lazio (-2%).
Di un certo rilievo le crescite di regioni di media grandezza (per quanto riguarda il totale bio sul dato nazionale): Friuli Venezia Giulia (+22%) e Trentino Alto Adige, con +22%, a 2.315 ettari, di cui 1.600 in provincia di Trento.
Se la Sicilia conta per il 28% sul totale a vite bio. la regione è anche quella con l'incidenza più alta della viticoltura bio sul totale regionale (38%), quota condivisa con Marche e Toscana.
Incidenze elevate anche per Calabria (un terzo abbondante del vigneto è biologico), Puglia, Basilicata, Lombardia e Abruzzo, con tassi che vanno dal 20% al 18%.
Ancora modeste le quote di regioni grandi, come Veneto (10%), Piemonte (9%, tra l'altro con superfici in decrescita come visto in precedenza) e Friuli (7%). Sotto media italiana - che ricordiamo è al 20% - anche Umbria, Emilia Romagna, Lazio, Trentino Alto Adige, Campania ed Emilia Romaagna.
Se andiamo a guardare l'evoluzione su un arco temporale più ampio, un decennio, regioni che presentano incidenze piccole hanno visto però la crescita più decisa: per esempio Trentino e Veneto mostrano tassi superiori al 15%, così come il Piemonte e il Friuli, ma anche la stessa Toscana, che ha un tasso composto annuo superiore al 10%, A fronte di una media Italia di +8%, sotto tra le big troviamo solo Abruzzo, Lazio e Sicilia, regione quest'ultima che è partita da una base di partenza già ampia.